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Panti OM Firenze: sanzioni ai medici che non vaccinano per meningococco |
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Inserito il 15 febbraio 2016 alle 21:38:00 da fimmg1957. IT - Professione
Panti: Un procedimento disciplinare per i medici di famiglia che non vaccinano in emergenze.
Il presidente dell'Ordine dei medici, Antonio Panti, avverte i colleghi che non partecipano alla campagna contro il meningococco C, oltre la metà di quelli che lavorano a Firenze. «Il codice deontologico li obbliga a collaborare in caso di emergenze e questa lo è perché il ministero e la Regione chiedono uno sforzo enorme, con ben un milione di vaccinazioni». Il presidente dell'Ordine dei medici di Firenze, Antonio Panti, insieme al collega pratese Francesco Sarubbi, si schiera in modo forte per convincere i colleghi a partecipare alla campagna. In particolare nel capoluogo, sono tantissimi quelli che hanno rifiutato di fare le iniezioni ai loro pazienti, circa il 55% su un totale di 650 professionisti. Dopo la decisione di Regione e ministero di ampliare ancora la campagna e puntare al milione di vaccinazioni solo nell'area centrale della Toscana, la mancata partecipazione di così tanti professionisti mette in crisi il sistema, costretto a cercare soluzioni alternative per allargare la sua offerta ai cittadini. I consigli degli Ordini di Firenze e Prato in un comunicato si dichiarano disposti a collaborare con la Regione, se questa chiederà il loro impegno, e sopratutto ricordano «ai medici la necessità di sottoporsi essi stessi alla vaccinazione e riaffermano il dovere deontologico e l'obbligo contrattuale dei colleghi di collaborare con i servizi preposti sia alla vaccinazione della popolazione che all'importante opera di corretta informazione della cittadinanza». Antonio Panti spiega: «Per quanto mi riguarda, la decisione del ministero di fare un milione di vaccini segna un'emergenza sanitaria. Certo, non parliamo di un'epidemia con centinaia di casi ma comunque di una situzione straordinaria dettata proprio dall'esigenza di fare così tante vaccinazioni rapidamente come richiesto dalle autorità sanitarie». Per questo motivo i medici che si rifiutano di aderire alla campagna vanno incontro, sempre secondo il presidente del loro stesso ordine, ad un'infrazione dell'articolo 8 del codice deontologico, che recita: "Il medico in caso di urgenza, indipendentemente dal la sua abituale attività, deve prestare soccorso e comunque attivarsi tempestivamente per assicurare idonea assistenza". Panti assicura: «Se qualcuno mi comunicherà che un collega pone un netto rifiuto a vaccinare contro il meningococco C apro subito un procedimento disciplinare. E inoltre credo che l'obbligo di vaccinazione abbia anche a che fare con il rapporto che lega il professionista alla Asl. Se non si rispetta si fa un'infrazione contrattuale». Anche i sindacati si sono ormai mossi da tempo per chiedere a tutti i medici di famiglia di vaccinare. «Non è etico rifiutarsi», dice Vittorio Boscherini della Fimmg. Che i medici di famiglia siano in grado di far cambiare il destino della vaccinazione è indubbio. Basta pensare che per l'influenza a Firenze fanno circa 200mila iniezioni alle persone a rischio nel giro di un paio di settimane. In certi ambulatori si possono fare tranquillamente 50 vaccini al giorno, che moltiplicati per il numero dei dottori, 650, farebbero una potenza di fuoco di tutto rispetto e ridurrebbero la pressione sull'azienda sanitaria. Ma bisogna che Ordine e sindacati convincano i professionisti.
Fonte La Repubblica
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