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Decreto appropriatezza: ferme reazioni dalla FIMMG |
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Inserito il 26 gennaio 2016 alle 16:43:00 da fimmg1957. IT - Professione
A seguito della pubblicazione in GU del cosiddetto decreto appropriatezza la FIMMG ha ribadito con forza le critiche al decreto che rappreenta un attacco alla libertà di cura.
«Il decreto non è diverso da quello che ci era stato anticipato da quello Enti Locali, e le nostre obiezioni sono legittimate proprio nella misura in cui sono state mantenute le sanzioni ai medici». Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, ma anche vicesegretario nazionale della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia, mostra tutto il suo disappunto alle norme introdotte all'interno del "decreto appropriatezza". Quel provvedimento cioè, che individua le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva per 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio scorso. In particolare, le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva previste nel Decreto interessano: Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medicina nucleare. «Erano state fatte tante dichiarazioni da parte del governo e del ministro in particolare - precisa Scotti - che andavano nella direzione di una discussione con le Regioni, e che rimandavano in qualche modo all'apertura di un tavolo con i medici e con i professionisti rispetto ai meccanismi di governance e di sanzionamento. È chiaro che nel decreto ministeriale, invece, non c'è nulla di tutto questo, tanto meno nella legge di Stabilità. Vedremo se nel milleproroghe qualcuno ha pensato di porsi il problema di rivedere quel posizionamento che è l'ennesimo attacco ai medici nella loro libertà di cura». Il decreto appropriatezza è stato interpretato da molti come dettato da motivi economici, mentre altri ne hanno messo in dubbio la costituzionalità o l'efficacia. Quello che è certo per la Fimmg è che l'autonomia dei medici ne esce ridimensionata. «Il nostro disappunto, sarà uno dei temi dello sciopero in arrivo. La politica dell'ultimo periodo prevede sempre di più un percorso di lacci e lacciuoli alla libertà prescrittiva, mascherata di interesse assistenziale, quando invece è un evidente predominio delle politiche finanziarie». Per Scotti il punto è decidere se ci siano o meno i soldi per curare i cittadini. «Dovere della politica - conclude - è dichiararlo e non può essere, invece, un problema continuamente rimandato ai medici come una loro responsabilità. I dati Istat sulla mortalità, ci lasciano vedere che nel nostro Paese si muore di più e questo prevede che qualcuno si chieda se il motivo sia perché si è curati di meno».
medici di famiglia confermano la loro contrarietà al provvedimento previsto dal Dl Enti locali dello scorso contro le prescrizioni inappropriate. “Se norme non verranno modificate, medici saranno costretti ad assumere d’ora in poi un atteggiamento “difensivo” nei confronti di possibili successive decisioni arbitrarie e sanzionatorie”. No alle sanzioni. E poi a Lorenzin: “Non ha rispettato impegno di mitigare le norme” 25 GEN - Il decreto appropriatezza previsto dal Dl Enti locali di agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma com’era prevedibile, dopo le dure battaglie del 2015, le polemiche non si placano. Il no è quello ribadito dai medici di famiglia Fimmg che confermano la “netta opposizione ad un sistema di sanzionamento e ad un decreto ministeriale limitante l’erogabilità di alcune prestazioni del SSN sulla base di una appropriatezza di “Stato””.
“Al di là della improponibilità e contraddittorietà logica – scrive il Sindacato - dello strumento utilizzato rispetto al fine dichiarato, oggi che il D.M. è “perfezionato” e vigente, nonostante tutte le motivate obbiezioni del mondo medico, ha l’unico pregio della coerenza! Infatti è confuso nel definire il sistema di attribuzione delle responsabilità ed equivoco in alcune limitazioni di erogabilità esattamente come nella sua prima stesura in bozza”.
Critiche anche al Ministro Lorenzin. “Al di là delle parole ad effetto profuse in questi mesi da un Ministro della Salute che non ha rispettato l’impegno pubblicamente assunto di mitigare la norma, se il D.M. è la ricetta per aiutare la sostenibilità del SSN la scelta è caduta sulla negazione dei diritti dei cittadini. Si sta determinando una incertezza che compromette l’attività professionale dei medici e la fiducia dei pazienti nelle loro scelte, inevitabili saranno le contestazioni da parte dei cittadini ai medici prescrittori, lasciati soli nel proprio studio a dover giustificare scelte che non condividono e che non capiscono. Tutto questo avrà come risultati solo numerosi disagi e l’aumento della spesa privata”.
“Non è difficile prevedere – continua la Fimmg - , e forse qualcuno ci conta, che i medici, se le norme non verranno modificate, saranno costretti ad assumere d’ora in poi un atteggiamento “difensivo” nei confronti di possibili successive decisioni arbitrarie e sanzionatorie da parte di funzionari aziendali che non si sono mai confrontati con il bisogno di assistenza del singolo individuo, mentre conoscono bene la, per loro tutelante, ottusità applicativa della legge. Inevitabile sarà poi l'ulteriore aumento del carico burocratico (per ogni singolo esame ematico previsto dal decreto bisognerà indicare in ricetta le condizioni di erogabilità!!) a scapito del tempo dedicato alle visite”.
In ogni caso, Fimmg comunica che nei prossimi giorni si “adopererà per dare ai propri iscritti le indicazioni più opportune per evitare i possibili sanzioni e continuerà a battersi, nell’ambito della mobilitazione di tutta la categoria medica, per la riformulazione dei decreti e perché il futuro e la sostenibilità del SSN siano garantiti dal Governo e dalla Conferenza delle Regioni con interventi strutturali e coerenti con l’interesse di salute dei cittadini e non, come fatto fino ad ora, con atti di depotenziamento del ruolo del medico e di definanziamento creativo”.
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