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Pre-eclampsia: ora prevedibile una settimana prima

Inserito il 11 gennaio 2016 alle 22:19:00 da fimmg1957. IT - Clinica


Messo a punto un nuovo test del sangue in grado di aiutare i medici a determinare se una donna incinta ha la preeclampsia, principale causa di mortalita' materna e neonatale in tutto il mondo.

Le donne che presentano questa condizione hanno un'elevata pressione sanguigna e un anomalo aumento di proteine nelle urine. Attualmente la preeclampsia viene diagnosticata spesso quando ormai e' troppo tardi. Ma ora, un gruppo di ricercatori austriaci hanno creato un test del sangue in grado di identificare le donne che hanno piu' probabilita' di sviluppare questa condizione, anche se non presentano alcun sintomo. Per arrivare a questo risultato, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno reclutato 1.273 donne incinte, provenienti da 14 paesi diversi, con sospetta preeclampsia. Tutte le donne sono state sottoposte a un test del sangue per determinare il rapporto tra sFlt-1 a PlGF, due proteine prodotte dalla placenta e rilasciate nel sangue di una donna incinta. Queste proteina svolgono un ruolo importante nello sviluppo della preeclampsia. Un basso valore del rapporto tra le proteine (38 o meno) ha un valore predittivo della preeclampsia con un'accuratezza di quasi il 100 per cento. In pratica, i medici sono stati in grado di utilizzare il test per escludere completamente la preeclampsia entro una settimana dal test. Un valore superiore a 30, invece, ha un valore predittivo positivo del 36,7 per cento entro le successive 4 settimane. Il test ha anche un valore predittivo del 65,5 per cento nella previsione di complicanze materne o fetale nelle successive quattro settimane. "Questo ci consente di evitare parti pretermine e ritardi nel trattamento", hanno detto gli scienziati. "La cosa piu' importante, tuttavia, e' il fatto che ora e' possibile escludere in modo affidabile l'insorgenza della malattia per una settimana; questo ridurra' significativamente l'ansia per la madre", hanno concluso. Lo studio e' stato sostenuto da Roche.

Fonte: AGI

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