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ASL responsabile in solido per operato del medico di famiglia

Inserito il 31 marzo 2015 alle 15:49:00 da fimmg1957. IT - Professione


La responsabilità per la negligenza del medico di famiglia ricade anche sulla Asl che ne è responsabile in solido.

Tale importante sentenza è stata Sancita dalla Corte di Cassazione sez III civile, con la sentenza n. 6243/2015 del 27.03.2015.

L’azienda sanitaria è responsabile della negligenza del proprio ausiliario,imposto dall’assicurazione obbligatoria al Ssn. Ciò a prescindere dal fatto che il sanitario convenzionato sia stato volontariamente scelto dal paziente.

Il soggetto danneggiato dall’errore medico potrà chiedere il risarcimento tanto al professionista quanto all’Asl fermo restando che l’ammontare resterà sempre lo stesso e non potrà essere duplicato.

Secondo i giudici della Suprema Corte, infatti, il debitore effettivo della prestazione sanitaria resta unicamente l’Asl nel quadro dei livelli essenziali di assistenza stabiliti dalla legge, mentre il fatto che sia il medico convenzionato a erogarla costituisce soltanto una modalità dell’adempimento, nonostante quest’ultimo venga scelto dal paziente e, dunque, si configuri una scelta fiduciaria: va infatti ricordato che l’utente del Ssn può ben indicare anche un medico dipendente dell’Asl, a riprova che del fatto che i due modelli organizzativi sono fungibili e puntano entrambi al solo obiettivo di assicurare le cure ai cittadini. Inoltre la scelta del medico convenzionato è limitata all’elenco del personale selezionato dalla stessa azienda sanitaria.

l’Asl è obbligata, per legge, a prestare l’assistenza medica generica all’utente del Ssn: tale obbligazione è adempiuta (anche) attraverso l’opera del medico convenzionato, che è un suo ausiliario quanto all’erogazione della prestazione.


Il caso si riferisce al 1997 quando un paziente di 58 anni si era sentito male ed aveva ricevuto, il giorno successivo, dal medico di medicina generale la prescrizione di un ansiolitico per una sintomatologia attribuita a stress, ma rivelatasi poi correlata ad un ictus che aveva reso il paziente invalido all'80% fino alla morte avvenuta nel 2011. I familiari avevano citato sia il medico che la ASL.

Fonte: "La legge per tutti".

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