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SOI: commissariare AIFA

Inserito il 21 maggio 2013 alle 16:15:00 da fimmg1957. IT - Professione


La Società oftalmologica italiana (Soi) chiede il commissariamento dell’Aifa e denuncia gravi situazioni di pericolo per la salute pubblica del nostro Paese.

La società oftalmologica calcola che in Italia 1 milione e 200 mila persone sono a rischio di cecità o se andrà bene metà di loro saranno condannati a non vedere più come prima. Di questi, 1 milione sono giovani pazienti che soffrono di maculopatia miopica che potrebbero avere una perdita rapida e drammatica della vista da dieci decimi a meno di un decimo, con perdita di oltre il 90% della vista. La responsabilità di questa situazione è, secondo gli oculisti dell'Aifa, da attribuire all'Agenzia del farmaco che ha sospeso l'uso di bevacizumab intravitreale. Prima dell'avvento delle iniezioni intravitreali, non esisteva terapia per questa patologia e nei casi di dolore incontrollabile non rimaneva che l'asportazione del bulbo oculare. “Nessun farmaco intravitreale è on label per questa grave patologia oculare e perciò Aifa con l'esclusione ingiustificata di Avastin dalla 648/96 - sostiene la Soi - non permette la cura di questi malati a carico del Ssn destinando i pazienti non in grado di pagare il trattamento, alla enucleazione del bulbo oculare ed obbligando i medici ad eseguire procedure chirurgiche di pesante impatto sulla salute psicofisica dei pazienti e con possibili gravi conseguenze sul piano generale”.

“In tale situazione, afferma Piovella presidente SOI, riteniamo che Aifa non sia in grado di svolgere adeguatamente i suoi compiti istituzionali perfettamente rappresentati (mutuando l'art. 48 Dl n. 269/2003) nello stesso sito web di Aifa. In particolare, riteniamo che l'Aifa non ottemperi platealmente ad uno dei suoi compiti fondamentali: ossia garantire l'accesso al farmaco e il suo impiego sicuro e appropriato come strumento di difesa della salute. Anzi, le disperate richieste di aiuto che giornalmente ci arrivano dai pazienti, e che sono disposizione nella nostra Sede, ci portano a concludere che l'operato dell'Aifa, speriamo solo per superficialità e mancata conoscenza del problema, ottiene – conclude Piovella - il risultato esattamente opposto al suo obbligo istituzionale”.

Fonte: Quotidiano sanità

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