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Istituto Bruno Leoni: inoppotuna norma Balduzzi su farmaci generici

Inserito il 30 novembre 2012 alle 14:23:00 da fimmg1957. IT - Professione


Secondo ricercatori dell'Istituto Bruno Leoni la norma voluta dal ministro Balduzzi sull'obbligo di specificare il principio attivo è distorsiva del mercato avvantaggiando i produttori di generici a danno dei produttori branded senza alcun risparmio per lo Stato.

La nuova disciplina sulla prescrizione dei farmaci generalizza l'obbligo, per i medici, di indicare nelle ricette solo il principio attivo, incoraggiando il ricorso ai medicinali generici. Questo nuovo set di regole è stato fortemente difeso dal ministro Balduzzi.

Ma si tratta di ricette innovative ed utili per la sanità italiana? Nel nuovo briefing paper dell'Istituto Bruno Leoni «La ricetta del ministero. Gli effetti collaterali delle nuova disciplina delle prescrizioni», Serena Sileoni (Fellow dell'Istituto Bruno Leoni) sottolinea come la norma, benché contenuta in un provvedimento di spending review, non comporta alcun risparmio per la spesa sanitaria. L'obiettivo pare quindi essere non legato a risparmi per le finanze pubbliche, bensì alla volontà di avvantaggiare una parte della filiera farmaceutica (i produttori di farmaci generici, per i quali la scadenza brevettuale è passata) a svantaggio di un'altra (i produttori di farmaci innovativi, che mantengono nel proprio portafogli prodotti che pure hanno superato i termini della tutela brevettuale).

«Serena Sileoni dimostra persuasivamente come questo approccio tradisca scarso rispetto per la libertà di scelta del medico e possa generare piccoli e grandi inconvenienti per farmacisti e pazienti», dichiara Alberto Mingardi, direttore generale dell'IBL. «Soprattutto, però, non si capisce perché il governo debba scegliere di avvantaggiare un comparto, i genericisti, anziché un altro, i produttori di farmaci branded, senza che ve ne sia un vantaggio diretto per il sistema sanitario nazionale. Questa non è politica sanitaria: è piuttosto politica industriale. E come tutte le politiche industriali, è pericolosa nel momento in cui sostituisce alla libertà di scelta il giudizio dei pubblici poteri».

Fonte: il Sole 24ore Sanità

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