 Nuovo markers di progressione di malattia nell'epatite C
Categoria : Clinica
Data : 04 marzo 2015
Autore : fimmg1957
Intestazione :
il complesso SCCA-IgM era presente nel siero del 33% dei pazienti con epatite C e del 4% dei controlli e riflette la presenza di steatoepatite.
Testo :
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Viral Hepatitis e che ha coinvolto più gruppi di ricerca italiani e stranieri, in un terzo dei pazienti con epatite cronica C (CHC) si rileva l’antigene del carcinoma a cellule squamose (SCCA) complessato con le IgM.
Nel lavoro i ricercatori evidenziano che il complesso SCCA-IgM potrebbe essere considerato un marcatore del danno epatico indotto dal virus C di genotipo 3. Sembra che l'infezione da virus dell'epatite C interferisca con alcuni aspetti del metabolismo lipidico e glucidico, ma non è chiaro quale evento si verifichi per primo. Problema non da poco dato che ci sono prove che l'infezione da HCV acceleri anche lo sviluppo del diabete di tipo 2 in soggetti predisposti. Nei pazienti con epatite C, soprattutto di genotipo 3, inoltre è molto frequente la steatosi epatica, ma sul suo significato clinico molto si discute. La steatosi epatica sembra aumentare le recidive in questa forma di epatite e spingere anche verso l’evoluzione a cancro.
Una molecola che viene utilizzata come marcatore sierologico e tissutale nelle patologie epatiche (epatiti, cirrosi ed epatocarcinoma) è l’antigene del carcinoma a cellule squamose (SCCA).
Nello studio clinico in oggetto, più équipe di ricercatori italiani e stranieri hanno valutato la presenza dell’SCCA in pazienti con CHC e la possibile relazione con la NASH documentata con biopsia epatica. Si voleva capire se la presenza di questa molecola si associava a dei casi che avevano una propensione alla progressione della malattia. Utilizzando un metodo ELISA convalidato, il complesso SCCA-IgM è stato misurato nel siero di 91 pazienti con CHC. Questa misurazione è stata eseguita al momento della biopsia epatica (eseguita prima del trattamento antivirale), alla fine del trattamento e dopo 6 mesi. Tale quantificazione è stata fatta anche in 93 pazienti HCV-negativi con diagnosi istologica di steatosi epatica non alcolica (NAFLD).
I risultati hanno mostrato che il complesso SCCA-IgM era presente nel 33% dei pazienti CHC e nel 4% dei controlli. Dunque questo marcatore nel siero riflette la presenza di steatoepatite.
Fonte: Wiley on line Library
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