 A Bologna il medico dovra' fare anche l'anamnesi fiscale
Categoria : Professione
Data : 07 febbraio 2015
Autore : fimmg1957
Intestazione :
Per la Asl di Bologna il medico prescrittore, in certe circostanze, deve chiedere la situazione reddituale del paziente per poterla inserire sulla ricetta.
Testo :
Il segretario provinciale FIMMG di Bologna denuncia le modalita' applicative, diramate dalla Asl di Bologna, in merito all'inserimento dei codici di esenzione per reddito sulle ricette, che, in alcuni casi, costringono il medico a chiedere informazioni fiscali al paziente.
Al Direttore generale ASL Bologna Dott. Francesco Ripa di Meana
Al Direttore generale ASL Imola Dott.ssa Maria Lazzarato
p.c. :
Al Sig. Prefetto della provincia di Bologna Direttore Agenzia delle Entrate della provincia di Bologna Comitati consultivi misti ASL Bologna Comitati consultivi misti ASL Imola Federanziani provincia di Bologna Segreterie provinciali CGIL- CISL-UIL Segreteria provinciale ANAAO Segreteria provinciale SUMAI Tribunale dei diritti del malato
A tutti i Medici di medicina generale della provincia di Bologna
Loro sedi
Oggetto: disposizioni relative alla applicazione dei codici fascia di reddito da parte dei Medici prescrittori. (rif.: Circolare 3211 DCP ASL Imola; circolare 9070 DCP ASL Bo; circolare Regione ER PG 14450572)
Spettabile Direttore, con la nota in oggetto a firma del Direttore del Dipartimento cure primarie dell’Azienda sanitaria che lei dirige, sono state date disposizioni relative alla applicazione dei codici fascia di reddito (R01; R02; R03 …).
Nelle circolari relative all’oggetto si afferma che, dal 1 Febbraio’15, non sarà più consentito al cittadino compilare il campo relativo alla fascia reddituale e che questa dovrà essere riportata solo dal medico prescrittore.
Come è noto, per quanto riguarda gli studi dei medici di medicina generale, questi sono collegati al sistema SOLE e l’apposizione dei codici di reddito è un automatismo non “forzabile” dal medico e curato per via telematica dalla società CUP 2000. Eventuali errori ed omissioni non potranno quindi essere materialemente imputati o corretti dal medico prescrittore il quale ha come solo onere, così come previsto dalle vigenti intese, quello di scaricare periodicamente quanto inviatogli dai sistemi telematici.
In caso quindi, di difformità, i medici non potranno far altro che rinviare tempestivamente, con evidenti disagi, agli sportelli CUP – ASL i cittadini, per le necessarie correzioni.
Nelle stesse missive, con probabile riferimento alle prescrizioni non automatizzate e quindi redatte al domicilio, in studi non telematizzati o qualora le linee non fossero disponibili … si afferma che in carenza di apposizione della fascia di reddito, da parte del medico: “gli sportelli CUP – Cassa, farmacie, parafarmacie …dovranno considerare il cittadino come appartenente alla fascia di reddito più alta …”. Riteniamo necessario porre all’attenzione, anche della pubblica opinione, disposizioni come questa che ci appaiono punitive e lesive dei diritti di quei cittadini, soprattutto i più fragili, i quali non sempre sono in grado di produrre al medico, nel tempo di una visita, un’idonea documentazione attestante la loro posizione relativamente agli obblighi di contribuzione alla spesa sanitaria. Inutile aggiungere perplessità e dubbi, persino di legittimità, circa i contenuti della circolare in oggetto, secondo la quale debbono essere gravati di oneri impropri pazienti spesso appartenenti alle fasce più deboli della popolazione, esclusivamente per motivi formali.
Sempre nelle circolari in oggetto si legge anche: ” per i cittadini residenti in altre regioni, il medico applicherà le regole prescrittive della nostra Regione dopo aver assunto le necessarie informazioni … quindi apporrà la fascia di reddito. Al cittadino verrà poi fatta compilare l’autocertificazione …”. Quest’ultima disposizione appare veramente di difficile e farraginosa applicazione. Spontanee sorgono, infatti, alcune considerazioni: in pratica il medico, magari al letto del malato, oltre all’anamnesi medica, dovrà anche affrontare una attenta anamnesi reddituale, per poterla poi traslare nella fascia reddituale prevista dalla normativa della Regione Emilia Romagna e successivamente, al paziente, verrà richiesto di compilare la prevista autocertificazione. In sostanza al medico è richiesto di attestare ciò che il paziente non ha neppure ancora deciso di autocertificare. Anche in questo caso, pare possa porsi un qualche dubbio di conformità con le vigenti normative.
Nell’ultima frase riportata, inoltre, è omesso e rimane quindi poco chiaro, il soggetto che dovrà far compilare l’autocertificazione…
In attesa dei necessari chiarimenti, porgo distinti saluti
Il Segretario Generale provinciale Fimmg Bologna Fabio M. Vespa
Fonte : Fimmg Bologna
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