 Sempre più ASL usano i social media per prevenzione ed educazione
Categoria : Professione
Data : 09 giugno 2014
Autore : fimmg1957
Intestazione :
Tanti progetti di comunicazione e di prevenzione parlano già il linguaggio della Sanità 2.0 secondo Valerio Fabio Alberti, Presidente FIASO (Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere)
Testo :
Sempre più Aziende considerano strategica la scelta di affidarsi alla rete per fare prevenzione, puntando soprattutto sulla capacità del web di comunicare a target difficili da raggiungere (i giovani) e di creare community, dove la condivisione delle informazioni e dei valori consentono una diffusione più partecipata e per questo più efficace del "vivere in salute" e delle sue regole. Una recente indagine della Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, ci dice che oggi il 22% degli assistiti soffre di "web-dipendenza" che ne fa dei veri e propri malati immaginari. Le nostre Aziende sono invece impegnate a fare della Rete un prezioso alleato della sanità pubblica, come dimostra il lavoro del Laboratorio Fiaso "Comunicazione e promozione della salute", che ha analizzato decine e decine di progetti sulla promozione online di salute e benessere. Sempre più numerose le Aziende sanitarie pubbliche ricorrono a web, smartphone, tablet e social network per una educazione agli stili di vita corretti sempre più interattiva. E per questo più condivisa. Dalla Asl di Milano, che ricorre a Facebook per creare una web community di ragazzi che diffonda il "virus" dei buoni stili di vita e, perché no, argini il fenomeno del bullismo. A Modena che crea l'App "HelpsAIDS" con indicazioni e suggerimenti, in caso di comportamenti a rischio, attraverso un servizio di counseling on-line. O a Varese, dove la Asl locale è invece ricorsa al fumetto "Leonérd" per promuovere la prevenzione dall'Hiv tra i giovani, sfatandone con un sorriso i falsi miti. È solo una rapida carrellata dei progetti analizzati da Fiaso in collaborazione con l'associazione Marketing sociale, ma consente di trarre almeno due conclusioni: la prima è che le nostre aziende puntano sempre più sulla interattività come strumento di crescita dell'autoconsapevolezza del bene salute; la seconda è che l'accresciuta importanza della comunicazione sanitaria aziendale è sempre più intesa nel senso più alto ed ambizioso del termine, che è quello di informare per modificare il comportamento dell'interlocutore. In questo senso la comunicazione diviene strumento centrale per le politiche di sanità pubblica e per le strategie volte a contrastare la disinformazione indotta dal marketing di produttori e fornitori privati. Marketing che verso l'utenza si avvale sempre più dei media e proprio di quel Web che le nostre aziende stanno cercando di trasformare in alleato prezioso della "Buonasanità". La quale a sua volta non può prescindere dalla appropriatezza prescrittiva. E questo sia da un punto di vista di efficacia clinica e terapeutica che nell'ottica di un uso più razionale delle risorse. La resistenza c'è e mi auguro sempre ci sia a farne uno strumento di auto- medicina che ha poco a che vedere con l'autodeterminazione del paziente. Il quale a sua volta mai potrà fare a meno di anamnesi e diagnosi del medico in carne ed ossa. Anche perché una comunicazione capace di conquistare un consenso informato alle scelte terapeutiche è fondamentale per arginare l'esplosione del contenzioso sanitario, che a sua volta alimenta il fenomeno della medicina difensiva, dannosa tanto ai bilanci della sanità pubblica che al benessere dei cittadini. Verso quali sarà bene i nostri medici spendano sempre qualche parola in più per scoraggiare un consumismo sanitario che fa male alla nostra salute, detrae risorse preziose al sistema e limita l'accesso alle prestazioni a chi ne ha realmente bisogno.
Tratto da l'intervento al "ABOUTPHARMA DIGITAL SUMMIT"
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