 Farmaci inefficaci nel decadimento cognitivo pre Alzheimer
Categoria : Clinica
Data : 22 settembre 2013
Autore : fimmg1957
Intestazione :
Quattro farmaci, ampiamente prescritti ai pazienti nella fase preclinica della malattia di Alzheimer, non sono riusciti a migliorare la cognizione né l’aspetto funzionale dei soggetti, dimostrandosi anzi associati a un maggiore rischio di problemi gastrointestinali, quali diarrea, nausea e vomito.
Testo :
Questi i risultati di una meta-analisi apparsa sul Canadian Medical Association Journal (CMAJ).
«I nostri risultati non supportano l’impiego dei potenziatori cognitivi nell’MCI». È la conclusione di una revisione sistematica effettuata da un gruppo di esperti operanti in Canada, coordinati da Andrea C. Tricco, del St. Michael’s Hospital di Toronto (Ontario).
Nell’analisi sono stati inclusi 8 studi randomizzati in cui era effettuato un confronto con placebo di donepezil, galantamina, rivastigmina (tre inibitori della colinesterasi) o memantina (antagonista dei recettori NMDA). I criteri di eligibilità erano costituiti dall’effetto di questi farmaci sull’MCI in relazione a cognizione, funzione, comportamento, stato globale, mortalità e lesioni.
«Non abbiamo riscontrato miglioramenti significativi con 4 farmaci sulla cognizione nell’MCI» scrivono gli autori. Considerando il Mini-Mental State, utilizzato in 3 RCT fondati su 3 prove con donepezil, la differenzia media è stata di 0,14; con l’Alzheimer Disease Assessment Scale – cognition subscale (sempre 3 RCT con 3 prove) la differenza media standardizzata è stata di -0,07.
«Inoltre» viene sottolineato «l'uso dei farmaci non pare abbia alcun impatto a lungo termine sulla funzione, come misurato dall’Alzheimer’s Disease Cooperative Study activities of daily living inventory, con una differenza medica standardizzata di 0,30 dopo 2 prove.
Insomma, i 4 potenziatori cognitivi – in base a questa meta-analisi, non soltanto non avrebbero aiutato i pazienti con MDI, ma il loro impiego sembrerebbe associato a danni.
Ecco qualche ulteriore dettaglio. Non si è rilevata alcuna differenza significativa nella cognizione, come misurato dalla Alzheimer's Disease Assessment scale, tra donepezil e galantamina e placebo dopo un follow-up mediano di 24 settimane (5 studi, differenza media standardizzata: -0.07) .
Dopo 96 settimane di trattamento, non si è colta nessuna differenza significativa riguardante lo stato funzionale - come rilevato mediante l’Alzheimer’s Disease Cooperative Study activities of daily living inventory - tra i pazienti trattati con galantamina e quelli che hanno ricevuto il placebo.
Inoltre, dopo un periodo mediano di 126 settimane, la frequenza di effetti avversi gastrointestinali (in particolare nausea e diarrea) è risultata significativamente superiore tra i pazienti in trattamento con donepezil, rivastigmina e galantamina rispetto a quelli che ricevevano un placebo (rischio relativo, RR, per nausea e diarrea: 3,04 e 2,33, rispettivamente).
Nessuna differenza di rilievo si è colta invece per quel che riguarda gli eventi avversi gravi tra tutti e quattro i farmaci dopo un follow-up di 48 settimane di follow-up.
Anche per quanto riguarda la mortalità complessiva, dopo una mediana di 156 settimane non si è osservata nessuna differenza significativa tra i pazienti che hanno assunto farmaci contro il decadimento cognitivo e quelli inseriti nel gruppo placebo (rischio relativo 1.84).
«I pazienti e i loro familiari» sostiene Sharon Straus, dell’università di Toronto e coautrice della meta-analisi «dovrebbero prendere in considerazione queste informazioni al momento della richiesta di questi farmaci».
Tricco AC, Soobiah C, Berliner S, et al. Efficacy and safety of cognitive enhancers for patients with mild cognitive impairment: a systematic review and meta-analysis. CMAJ, 2013 Sep 16. [Epub ahead of print]
Fonte : Arturo Zenorini Pharmastar
http://www.pharmastar.it/popup/stampa.html?idlink=12311
Articolo originale:
http://www.cmaj.ca/content/early/2013/09/16/cmaj.130451.abstract
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