 |
 |
 |
 |
 |
 |
 |
|
|
|
 |
Confconsumatori contro Regione Emilia: no ai farmaci generici |
 |
 |
Inserito il 11 giugno 2014 alle 14:53:00 da fimmg1957. IT - Professione
Confconsumatori: no ai farmaci generici «La Regione impone la scelta». La replica dell'Ausl: «Quella norma consente un risparmio e le medicine sono sicure»
Dal primo marzo nella nostra regione chi è affetto da malattie cardiovascolari, tumorali, neurologiche o psichiatriche è tenuto ad assumere farmaci generici. Se sceglie quelli di marca ne deve pagare il prezzo per intero, mentre in precedenza doveva versare soltanto la differenza fra il prodotto griffato e quello equivalente. Da allora si sono registrati i mugugni dei malati e le proteste di qualche medico di base in nome della libertà di scelta. Confconsumatori se ne fa portavoce sulla base del Codice del consumo, che sancisce la tutela della salute come un diritto fondamentale da garantire a tutti i cittadini. Ma per l'Ausl questa scelta consente un corposo risparmio in termini di spesa farmaceutica e quel che più conta, assicura ai pazienti lo stesso livello di cura: i farmaci generici hanno infatti lo stesso principio attivo dei "griffati" e sono stati adeguatamente testati.
Ma la battaglia per il diritto di scelta va avanti, con la Confcosumatori spalleggiata da un gruppo di medici di base: «Abbiamo raccolto -spiega Secondo Malaguti, presidente provinciale dell'associazione - l'iniziativa dei medici che contestano le nuove disposizioni regionali. Le consideriamo un abuso da correggere. Si deve ritornare alla normativa precedente».
Il problema riguarda i farmaci Dpc, cioè quelli distribuiti per conto delle farmacie ospedaliere alle persone affette da gravi patologie esenti da spese a carico dell'assistito. Per contenere la spesa sanitaria una delibera regionale del 2002 stabiliva che i medici in questi casi dovessero prescrivere di norma i farmaci generici, che sono meno costosi, ma lasciava loro la possibilità di optare per quelli di marca obbligando il paziente a pagare la differenza. La stessa disposizione vige tuttora nel resto d'Italia. La regione Emilia-Romagna è l'unica che l'ha modificata, con l'intenzione di incentivare l'impiego dei farmaci equivalenti, che in Italia coprono una fetta minoritaria del mercato.
«La modifica - denuncia l'avvocato Gianluca Soliani per conto di Confconsumatori - è stata disposta all'inizio di quest'anno con una semplice circolare che è in contraddizione con la precedente delibera e non ha lo stesso valore normativo». I medici di base coinvolti (per ora una quindicina) preannunciano un'interrogazione in Regione tramite il consigliere Giovanni Favia ex-grillino. Massimo Comunale e Francesco Benaglia, fratello dell'ex- sindaco, si erano ritrovati su banchi opposti nel consiglio comunale di Guastalla. In questa battaglia, però, sono concordi: «I farmaci generici - dicono i due medici - contengono lo stesso principio attivo, ma non sono equivalenti a quelli originali. Possono avere un effetto minore o scatenare allergie. Perciò deve essere rispettata la libertà di prescrivere i farmaci di marca. Si deve considerare la diffidenza dei pazienti, che non se la sentono di rinunciare al prodotto a cui erano abituati. Ci sono anziani con misere pensioni che preferiscono, piuttosto, pagare il prezzo intero». In realtà esiste un'alternativa: «Possiamo - ammette Benaglia - compilare una scheda per certificare la reazione avversa del paziente al farmaco generico, dovuta ad un'allergia o ad altre cause. In tal caso viene autorizzata la prescrizione del prodotto di marca con il solo pagamento della differenza di prezzo». Pochi, finora, vi hanno fatto ricorso. Lo attesta Corrado Busani, direttore del servizio farmaceutico dell'Ausl: «Abbiamo ricevuto solo una trentina di schede di reazione avversa, che vengono inserite nei dati del piano nazionale per individuare eventuali farmaci da escludere. Ai cittadini offriamo una garanzia assoluta. I farmaci generici sono sicuri e testati. Sono gli stessi che vengono usati negli ospedali, dove non riscontriamo reazioni allergiche. Si deve vincere la ritrosia dei pazienti». Busani conferma che la circolare del 18 novembre 2013, con la quale si orientano le prescrizioni verso i farmaci equivalenti, tiene conto dei casi particolari: «Se un cittadino - spiega il dirigente dell'Ausl - rifiuta il prodotto generico deve produrre la certificazione di un allergologo o la scheda di reazione avversa firmata dal suo medico. In tali casi rilasciamo l'autorizzazione a ritirare il farmaco di marca in regime di convenzione».
|
 |
 |
Letto : 987 | TORNA INDIETRO | | |
|
 |
 |
 |
 |
|
|
|
|
|
Realizzato con ASP-Nuke 2.0.7 |
2025 © FIMMG-Pisa |
|
|
| 
ore 10:58 | 2961852 accessi
| utenti in linea:
3079
|