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Scoperte molte postazioni di GM nel nord

Categoria : Professione
Data : 10 aprile 2012
Autore : fimmg1957

Intestazione :

L'allarme parte da Milano ma di fatto riguarda una buona parte del nord Italia: causa quella che si potrebbe definire una "carenza di vocazioni", continuano ad aumentare le quote orarie di guardia medica che rimangono scoperte.



Testo :

Nel capoluogo lombardo, come rivela un articolo di Repubblica, è ormai una situazione da allarme rosso: servirebbero 300 medici di Continuità assistenziale, ce ne sono soltanto una settantina, cioè quindici per turno; morale, nell'ultima graduatoria di novembre sono rimaste vacanti 1.356 ore.
Ad ascoltare Silvestro Scotti, segretario nazionale di Fimmg Ca, il problema tuttavia non è soltanto di Milano. «Ormai» spiega «le sofferenze riguardano aree sempre più estese del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, del Friuli e del Trentino. E anche dell'Emilia Romagna». Le cause, per Scotti, vanno innanzitutto ricercate nella refrattarietà di molte regioni a investire sul servizio. «La guardia medica è una realtà sempre più marginalizzata» dice «basti vedere quello che è successo con la certificazione on line: nessuno si è preoccupato di informatizzare le postazioni di continuità assistenziale, risultato si è persa un'occasione per un adeguamento delle dotazioni. Insomma, tutti bravi a riempirsi la bocca quando c'è da parlare del sovraffollamento dei pronto soccorso, ma poi se c'è da investire è il fuggi-fuggi». Poi c'è il paradosso dei compensi: «In teoria dove è più difficile reperire medici gli stipendi dovrebbero essere più alti» osserva il sindacalista della Fimmg «invece chi fa la guardia medica al Sud guadagna in media più che al Nord e fa i conti con un costo della vita inferiore. Ne consegue che dalle regioni meridionali, dove non ci sono difficoltà di copertura delle ore, ben pochi sono disposti a trasferirsi». Le soluzioni? «Innanzitutto quel ruolo unico delle Cure primarie che rappresenta la nostra proposta strategica per il riordino della Mg» è la risposta di Scotti «in questo modo la Continuità assistenziale verrebbe inserita nel percorso di carriera del medico e acquisterebbe ben altra dignità».
Ma anche in questo caso servirebbero investimenti.

Fonte

Docotrnews 10 aprile 2012



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stampato il 29/04/2024 alle ore 16:05:29