La pratica professionale dei medici che frequentano i corsi di formazione in Mg potrebbe trovare spazio nel prossimo contratto di categoria.
L'ipotesi arriva dalla Fimmg e accompagna i commenti con cui il sindacato accoglie il documento della Fnomceo sulle criticità della Formazione specifica in medicina generale, documento da portare al tavolo ministeriale promesso a giugno da Balduzzi. «Il documento rispecchia in buona parte il nostro pensiero» è il commento di Silvestro Scotti, vicesegretario naziona le della Fimmg «l'obiettivo dev'essere quello di un ampliamento della capacità professionalizzante dei Corsi di formazione, in modo da attirare gli investimenti delle Regioni. Auspichiamo in sostanza una rotta opposta a quella predicata dal disegno di legge Schirru, che invece toglierebbe ogni ragione d'essere alla Formazione specifica in Mg». Piuttosto, a preoccupare il sindacato è una sorta di retropensiero che fa spesso capolino quando si discute dell'argomento. «Spesso» osserva Scotti «si cerca di dare autorevolezza alla Formazione in Mg cercando l'equiparazione con le altre specializzazioni della medicina. È una tendenza che si nota anche nel documento della Fnomceo. Mi chiedo però se ha senso cercare inquadrare la nostra formazione in una cornice che inevitabilmente rimanda all'università: perché la Mg non può rivendicare una sua specificità anche su questo terreno, una specificità che trova espressione anche nello spazio che i Mmg hanno in tali corsi come tutor?». In ogni caso, quanto uscirà dal tavolo ministeriale potrebbe diventare per la Fimmg la base per chiedere una collocazione contrattuale per i medici dei corsi di Formazione in Mg. «La nostra idea» conclude Scotti «è quella di prevedere nel prossimo Acn uno spazio per la pratica professionalizzante dei giovani medici. In questo modo, verrebbero istituzionalizzati ruoli e funzioni e allo stesso tempo si creerebbero i presupposti per reperire le relative risorse».
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